mercoledì 20 agosto 2008

Pensieri

L’inflazione mena mazzate a destra e manca, alla cieca, eppure qua c’e’ gente che ancora riesce a riempire i propri carrelli, tutti avvolti nelle loro facce di cera. Guardano storto i capelli lunghi, forse vaghi ricordi di periodi piu’ turbolenti, ma che di certo non lo furono per loro; berciano contro i marocchini che gli vendono irrinunciabili cianfrusaglie alle bancarelle e ringhiano contro i ROM, che elemosinano per strada, maledicendo vecchi e storpi.


Non e’ strano notare come, anche a distanza di svariati secoli, le grandi manifestazioni sociali, che hanno nutrito il pensare comune delle generazioni passate, si ripresentino, seppure con forme e nature e finalita’ diverse, con lo stesso identico spirito: la caccia alle streghe, come i ghetti ebrei, oppure il mercato degli schiavi e quello dei loro souvenir, i giullari e i deformi, gli uomini di genio e i mendicanti, tutto questo risveglia nelle nostre menti quell’antico sentimento umano che i greci, i padri della nostra cultura, hanno perfettamente formulato nelle loro tragedie. E’ la catarsi, sintesi di orror e pietas, sorella minore della paura e necessita’ del vivere in una comunita’ dove le gerarchie sono un dogma inviolabile.



Se ti ritrovi fuori dal gregge sei un emarginato, fuori dal luogo comune. Non ti rimane altro che essere additato, ammirato da lontano, come una bestia in uno zoo, una tigre sfatta che ruggisce controvoglia, consapevole che coloro che ti guardano a bocca aperta, che si stupiscono della tua grandiosita' e della tua mansuetudine, sono poco impressionati dal tuo rumore, forse colpiti dalle gabbie che ti opprimono, ma subito pronti a giustificarle, come qualcosa di giusto, di NECESSARIO.


Le gabbie ci proteggono, mantengono l'omeostasi sociale, fanno in modo che tutto rimanga corretto e al proprio posto. Un sull'attenti perenne, eterni soldatini inconsapevoli di essere intrappolati nelle loro divise, pedine alle quali e' concesso tutto, fuorche' un cervello proprio.


Gli zingari ci insegneranno mai a volare? Io lo spero...

Nessun commento: