giovedì 7 agosto 2008

La suddetta poesia (sottotitolo:"Rimbaud era anarchico?!?!")

Che sono mai, cuor mio, le distese di sangue
E brace, e mille assassinii, e lunghe strida
Di rabbia, singhiozzi d'ogni inferno a rovesciare
Ogni ordine; e l'Aquilone ancora sui relitti

E ogni vendetta? Niente!... -Ma sì, noi tutta
La vogliamo! Industriali, senatori, principi,
A morte! Potenza, giustizia, storia, abbasso!
Ci e' dovuto. Sangue! sangue! Fiamma d'oro!

Soltanto a guerra, vendetta, terrore, tu, mio
Spirito! Voltiamoci entro il morso: Ah! passate
Repubbliche di questo mondo! Imperatori,
Reggimenti, coloni, popoli, ora basta!

Chi ha da smuovere i turbini di fuoco furibondo,
Se non noi e coloro che immaginiamo fratelli?
A noi! Romanzeschi amici: sara' bello.
Mai noi lavoreremo, oh frutti di fuoco!

Europa, Asia, America, sparite.
La nostra vendetta in marcia ha preso tutto,
Citta' e campagne! -Saremo stritolati!
Salteranno i vulcani! E l'Oceano percosso...

Oh! Amici miei! -cuor mio, sono fratelli!, e' certo:
Neri ignoti, ci tocca andare! Andiamo! Andiamo!
Sventura! Mi sento fremere, l'antica terra,
Su me, sempre piu' vostro! La terra crolla


Non e' niente! son qui! sono ancora qui.

Arthur Rimbaud

1 commento:

Tommaso Di Leo ha detto...

.... di sicuro piace molto agli anarchici, poi chiamarlo anarchico o meno poco importa. Rimbaud è Rimbaud!